Virginio Merola è pronto a partire in missione da Enrico Letta. Il sindaco di Bologna, quindi, ha preso la sua decisione, potrebbe andare a Roma dal Presidente del Consiglio per occuparsi personalmente di una questione di massima importanza: trovare i fondi per la realizzazione di F.i.co., il parco tematico del cibo pensato da Oscar Farinetti ed Andrea Segrè.
Succede così che l’attenzione delle amministrazioni si concentri su come trovare e mettere in atto fenomeni attrattivi, che riescano ad attirare quanti più clienti possibili.
F.i.co. è l’esemplificazione dell’ epocale cambiamento rispetto alle storiche direttive che un tempo guidavano le politiche urbane. Oggi la tendenza è verso la creazione della città scintillante ed incantata che seduca, incanti ed attiri.
Di conseguenza la bellezza della città acquista una posizione centrale tra i maggiori fattori generatori di ricchezza e non c’è nulla di più bello, oggi, della natura e del cibo.
Ed è così che la città si piega e si fa mezzo per la creazione e la riproduzione di eventi, capaci di catalizzare ricchezza, rischiando di diventare essa stessa un grande enorme evento.
In questo caso, F.i.co. rappresenta un’occasione imperdibile per indirizzare grandi risorse tecniche, finanziarie e progettuali nel riproporre una nuova immagine della città, portandola al centro della competitività urbana mondiale. Non a caso, infatti, i pensatori di F.i.co. sostengono che il loro sia un progetto che la città di Bologna non può lasciarsi sfuggire, che sia un’occasione da non perdere e che ci siano già altre città pronte ad accoglierlo.
Il volano di F.i.co. non può che essere Expo 2015 di Milano, come sostiene, infatti, Segrè: “è necessario far andare, anche in termini promozionali, parallelamente i due momenti, ovvero Expo e F.i.co., con una grande differenza: che Expo in realtà è una fiera, è temporanea e dopo 6 mesi chiude mentre F.i.co. parte. Dobbiamo sfruttare l’innesco e la pubblicità straordinaria che ci farà Expo, come è giusto che sia”. Bologna diventa così la vetrina di Milano e viceversa.
Ed è il numero dei turisti attesi, 5 milioni l’anno per F.i.co., il collante tra beautificazione della città e competizione. E così, come dice Farinetti: “Possono sembrare cifre iperboliche ma non è così. Il centro commerciale di Villanova di Castenaso ha esattamente cinque milioni di ingressi all’anno». Gli ingressi sono una cosa, i clienti un’altra. Specifica allora il Patron che si punta a cinque milioni di visitatori, con tre di clienti.
La città, per come la conosciamo noi oggi, può essere vista allora come espressione di una vera e propria crisi del senso del vivere urbano perché finisce per minare alla radice la dimensione pubblica e collettiva del vissuto cittadino, nonché l’appartenenza e l’identità territoriale.
Ma dietro i riflettori, nel cuore della città spettacolo, vivono e sopravvivono persone che pongono altre domande, esigono altre risposte e propongono nuove soluzioni.