Interrogazione su F.I.CO. al Quartiere San Donato

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Il post di oggi prende le mosse dalla constatazione che tutto ciò che andiamo ripetendo dal 2014 si sta purtroppo verificando man mano che la realizzazione del progetto della Fabbrica Italiana Contadina avanza.

Avevamo anticipato che la grande opera F.I.Co.-Eataly World non sarebbe stata a “consumo di suolo zerocome i promotori del progetto cercavano di rassicurare parlando di “utilizzo di strutture già esistenti con costi di territorio/cementificazione pari a zero”… ed in effetti il consumo di suolo c’è stato e ce ne sarà ancora.

Avevamo anche ribadito che il contributo in termini di risorse pubbliche non si sarebbe limitato alla sola cessione in comodato gratuito degli 80 mila mq degli spazi all’interno del Caab da parte dell’amministrazione comunale e degli altri soci pubblici della partecipata CAAB SCpA… ed infatti il Fondo immobiliare PAI ha previsto ulteriori risorse di investitori pubblici (vedi soprattutto gli ingenti stanziamenti della Camera di Commercio, la quale ha investito 3 milioni di euro in liquidità, oltre alla quota di quasi 4 milioni di euro in patrimonio immobiliare), per non considerare altri impegni in termini di debito pubblico che si intravedono sin da ora e presto si manifesteranno sia a livello nazionale che regionale.

Ed avevamo anche sottolineato come lo spostamento degli attuali operatori del Caab in un’area marginale del Centro Agro Alimentare di Bologna avrebbe creato difficoltà logistiche con la conseguente necessità di rivedere il progetto e le relative implicazioni sul territorio circostante.

A questo proposito vi invitiamo a vedere il breve video di seguito girato dal nostro amico Paolo un paio di settimane fa, che evidenzia come i lavori di ampliamento della sede stradale all’interno del Caab, resi necessari dalle difficoltà logistiche evidenziate sopra, abbiano compromesso una considerevole porzione di terreno sulla quale sono piantati diversi alberi ad alto fusto. Vedremo che fine faranno…

Nei mesi scorsi abbiamo condiviso alcune nostre perplessità su F.I.CO. con alcuni consiglieri del quartiere San Donato (Federica Cuppini e Gianluigi Alvoni), i quali hanno predisposto un’interrogazione al Presidente del Quartiere sollevando alcune questioni.

In particolare si chiedeva conto di alcuni aspetti sollevati dall’Assessore all’Urbanistica Patrizia Gabellini in un articolo pubblicato da Repubblica Bologna, nel quale fra l’altro si rassicurava sul fatto che F.I.CO. sarebbe stato attivo nella primavera del 2016. In ragione della localizzazione della struttura ai margini del Pilastro, il Quartiere San Donato veniva individuato proprio dall’assessore come “attore indispensabile” nel piano di monitoraggio previsto dall’accordo di programma relativo ai lavori per la realizzazione di F.I.CO.

Ed è per tale motivo che, come primo passo, abbiamo pensato di verificare come il quartiere nel cui territorio sarà localizzato F.I.CO. abbia proceduto in questa fase. Naturalmente, nei prossimi mesi, seguiranno verifiche anche con i vertici dell’amministrazione comunale per chiarire i vari nodi irrisolti della grande opera, di cui vi daremo conto tramite le pagine del blog della Foglia di Fico.

Nello specifico, l’interrogazione chiedeva delucidazioni sullo stato di avanzamento del progetto e sul relativo piano di monitoraggio.

All’interrogazione è seguita la risposta dell’Arch. Francesco Evangelisti, Direttore del Dipartimento Riqualificazione Urbana Settore Piani e Progetti Urbanistici, della quale alleghiamo di seguito il testo.

Risposta all’interrogazione su F.I.CO.

In sintesi, oltre a fornire indicazioni sulle relative determine dirigenziali che hanno definito alcuni passaggi della realizzazione dei lavori, la sensazione è che le risposte siano fornite in modo asettico con un evidente sforzo nel minimizzare le questioni poste, liquidando con conclusioni non proprio lineari.

Per quanto riguarda le procedure di impatto ambientale previste nella realizzazione dei lavori, l’esito della procedura riporta quanto segue: “Come previsto all’art.16 della LR 9/99, con Determinazione Dirigenziale n. 127422/2015 si è conclusa la procedura con il seguente esito: verifica positiva ed esclusione del progetto dalla ulteriore procedura di VIA (Valutazione Impatto Ambientale), con prescrizioni per la mitigazione degli impatti e approfondimenti da sviluppare nelle successive fasi”.

…Cioé per F.I.CO. non è prevista la procedura di valutazione di impatto ambientale!

Quella stessa procedura a cui migliaia di cittadini sono tenuti a sottoporsi per interventi di gran lunga meno impattanti, non sembra invece necessaria per lavori da 40 milioni di euro in un’area di 80 mila mq in aperta campagna all’ombra di un inceneritore, laddove saranno predisposte anche aree per attività agricole e di allevamento, oltre che opere di cementificazione.

Con la L.R. 9/99 sulle VIA per alcuni interventi si prevede una procedura di verifica (Screening), sulla base della quale si decide se effettuare o meno la valutazione d’impatto ambientale. E in sede di Conferenza dei Servizi si è convenuto che l’intervento per la realizzazione di F.I.CO. rientrasse in questa fattispecie. Naturalmente, come volevasi dimostrare, l’esito dello screening ha confermato che non c’era alcun bisogno della VIA.

Sia chiaro però che la stessa Legge Regionale di cui sopra prevede all’articolo 4 c.3 la possibilità per il proponente un progetto di attivare volontariamente la procedura di VIA per un progetto soggetto a Screening in base alla LR 9/99. Evidentemente non c’era tale volontà.

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Nella risposta del Comune di Bologna all’interrogazione sembra che dalla documentazione presentata non risulti nessuna valutazione in relazione all’impatto dell’inceneritore sulle produzioni agroalimentari previste dal progetto. Pare invece che l’unico aspetto problematico evidenziato rispetto all’inceneritore sia rappresentato dalla sua emissione sonora. Nessuna menzione dei rischi derivanti dalle emissioni cancerogene, perché si precisa che dalla relazione del progetto si desume che le produzioni realizzate all’interno di F.I.CO. hanno scopi didattici. Anche su questo punto vedremo a suo tempo cosa ci riserverà la realtà dei fatti. Nel frattempo si tenga a mente che la valutazione di impatto ambientale e le emissioni cancerogene non sono state prese in considerazione in quanto i prodotti realizzati all’interno di F.I.CO. negli spazi dedicati ad agricoltura ed allevamento non sono destinati a trasformazione o consumo, ma a mere finalità didattiche.

Ma il colmo è che nell’esito dello screening a cura del Dipartimento Riqualificazione Urbana del Comune, l’inceneritore viene citato esclusivamente come fonte di energia grazie al collegamento col Caab tramite la rete termica.

Per i dettagli e la documentazione relativa alla determina sulla procedura di VIA potete consultare il seguente link: http://www.comune.bologna.it/ambiente/servizi/6:6513/31863/

Nei due mesi estivi di pubblicazione dell’accordo di programma non sembra essere pervenuta alcuna osservazione…anche perché non è chiaro quali soggetti avessero facoltà di inviare eventuali osservazioni e con quali modalità.

In un parere di gennaio 2015 il Consiglio del Quartiere San Donato aveva espresso preoccupazione per il traffico veicolare che poteva essere creato dall’affluenza di visitatori di F.I.CO., evidenziando la criticità relativa alla disponibilità di parcheggi all’interno del Parco e nelle sue immediate vicinanze. Si sottolinea inoltre come prioritaria l’esigenza che il governo e il monitoraggio dei processi di sviluppo dell’intero Polo funzionale CAAB e degli ambiti circostanti (Pilastro, Pioppe e Aree Annesse Sud) vengano assicurati in una prospettiva coordinata di area vasta.

Oltre a chiedere il coinvolgimento attivo e la partecipazione del Quartiere San Donato in tutte le sedi politiche e tecniche di monitoraggio dell’Accordo di programma sul progetto “F.I.Co.” e dell’impatto del parco agroalimentare sul territorio circostante sotto il profilo economico, sociale, infrastrutturale e della mobilità, il Quartiere ha anche chiesto che l’eventuale monetizzazione di oneri di urbanizzazione secondaria venisse reimpiegata sul territorio in interventi concordati con lo stesso quartiere.

Si segnala infine che nella fase di trasferimento del mercato ortofrutticolo, che consiste nell’ampliamento e adeguamento del fabbricato delle tettoie di carico esistenti nella parte nord dell’attuale centro agroalimentare, è stato presentato un Permesso di Costruire fra le varianti in corso d’opera.

In conclusione, pare che tutto proceda senza incontrare alcun ostacolo ai livelli istituzionali. Magari lentamente, ma senza bastoni fra le ruote. Le voci di dissenso non filtrano negli ingranaggi della macchina amministrativa, ma neanche nelle pagine web e cartacee dei media. Noi, nel nostro piccolo, qualche granello di sabbia cerchiamo di inserirlo in quei meccanismi passando attraverso i nostri canali e fra quei cittadini che in qualche modo vengono in contatto con noi.

Alla prossima!

 

La Foglia di Fico

 

 

 

 

 

 

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