INVITO APERTO A TUTTA LA CITTADINANZA – 28/11/2014

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No F.I.CO. Si Party

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Da Expo a F.I.Co. affamare il pianeta, energia per le lobbies

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SABATO 4 OTTOBRE, Piazza San Francesco 

Giornata pubblica di rilancio del percorso cittadino contro il F.I.CO., fabbrica italiana del business e della finzione, per sperimentare altri modelli di lavoro e società, ed andare tutti e tutte a Milano l’11 ottobre, giornata di manifestazione nazionale contro Expo2015.

In quella che una volta si definiva la capitale economica d’Italia, Milano, il 1 maggio 2015 aprirà i battenti EXPO 2015 dove il portato storico delle esposizioni universali della società industriale del ‘900 viene condensato in un brand, un logo, dietro a cui si nascondo i peggiori meccanismi di speculazione e devastazione dei territori.

A Bologna EXPO si legge F.I.CO, la materializzazione permanente di quello stesso modello fatto di retorica, immagine, propaganda. Questi due grandi affari hanno in comune anche e soprattutto un’altra cosa: l’irreversibilità. Sì, perché se da EXPO indietro non si torna, così a Bologna con la nuova disneyland del cibo assisteremo a una radicale trasformazione della città. Quando termineranno i lavori di F.I.CO – si suppone con la chiusura della kermesse di Milano – ci troveremo di fronte a spazi pubblici donati a privati senza alcuna contropartita, a prospettive lavorative quantomeno incerte, alla cementificazione riflessa dei terreni circostanti, a processi di gentrificazione di interi quartieri, oltre che a un complessivo impoverimento della cultura contadina e agroalimentare del territorio. Senza dimenticare che questa vetrina dell’eccellenza enogastronomica italiana sorgerà a poche decine di metri dall’inceneritore del Frullo.

L’11 e il 12 ottobre Milano vedrà vivere finalmente l’altra faccia, quella animata dalla rete ATTITUDINE NO EXPO e da tutta quella parte di società solidale e critica, non comprimibile dietro ai soliti schemi binari antagonistici, quella cittadinanza attiva che si oppone a processi che pretendono di passare sulla nostra testa senza confrontarsi con noi: per difendere il diritto a decidere nei propri territori, per sperimentare modi  diversi di stare assieme, per reclamare una nuova forma di sviluppo.

Nella giornata del 4 Ottobre a Bologna, invece, si mostrerà cosa si nasconde veramente dietro alla futura grande opera bolognese con una giornata in Piazza San Francesco fatta di socialità, proiezioni, musica, cibo (quello buono) che ha l’obiettivo di farsi propulsore delle giornate milanesi, rafforzando il legame tra i percorsi d’opposizione alle due grandi opere. Per questo ci saranno alcun@ compagn@ milanesi a discutere con noi e sarà inoltre possibile prenotare il posto in pullman per andare tutt@ assiem@ a Milano e partecipare al corteo dell’11.

INFO PULLMAN NO EXPO 11 OTTOBRE

10 EURI a/r

scrivi a fogliadifico@autistici.org

oppure chiama 3406677186 (Alessandro)

scarica il volantino 4_ott_manifA3

 

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No F.I.CO.: una voce scomoda per la città rossa

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Oggi Bologna ha vissuto una giornata particolare: nella città che era ‘rossa’ e ora vorrebbe passare come ‘democratica’ abbiamo assistito alla negazione di diritti basilari, come quello al dissenso e al confronto.

Oggi Bologna ha rivisto l’avvio quel processo di svelamento e denuncia delle contraddizioni che stanno dietro il modello di lavoro Poletti e dietro la futura grande opera bolognese: F.I.Co..

ImmagineSulla scia della protesta dei lavoratori di Eataly Firenze, dove a 60 dipendenti è stato negato il rinnovo del contratto e sono quindi stati lasciati a casa senza alcun preavviso o alcuna forma di tutela, e solidarizzando con essi, oggi decine di attivisti e attiviste hanno bloccato le casse di Eataly-Coop Ambasciatori, denunciando il modello del lavoro dell’azienda di Farinetti, la sua politica delle assunzioni a ‘fisarmonica’ e l’ipocrisia della sua retorica sul “buon lavoro”.

Successivamente gli stessi attivisti/e si sono recati con determinazione al Parco Nord con l’idea di portare la propria voce di dissenso, per dimostrare a tutti che a Bologna c’è chi alcune domande e alcune criticità attorno alla ‘nuova grande opera bolognese’ se le pone.

La risposta da parte del Partito Democratico e della Questura è stata chiara: decine di agenti in tenuta antisommossa hanno impedito l’accesso alla ‘Festa dell’Unità’ che, alla faccia del nome, preferisce creare dei muri piuttosto che aprire al confronto. Di fronte alla rivendicazione di un diritto basilare come quello di fare un semplice volantinaggio, in forma pacifica, all’interno della festa la risposta è stata irremovibile. Quando poi si è provato a raggirare il blocco, gli attivisti sono stati pedinati e bloccati a centinaia di metri non dal dibattito, ma dalla festa stessa, negando loro persino di potersi avvicinare ai cancelli d’ingresso.

Per un partito che si definisce ‘democratico’, aperto al confronto e al dialogo, per non dire di sinistra, è abbastanza imbarazzante far schierare i reparti all’ingresso di una festa per impedire la più semplice e pacifica dimostrazione di dissenso. Un atteggiamento che, a nostro avviso, mostra benissimo quanto siano forti gli interessi in gioco, quanta paura ci sia dietro al fatto che alcuni possano far emergere tutte le contraddizioni celate dietro Fico e l’intero sistema che rappresenta.

Se i democratici Farinetti e Segrè si chiedessero come mai non siamo ancora andati a confrontarci con loro, probabilmente potrebbero trovare la risposta in quel reparto celere che ha fatto schierare all’ingresso della Festa dell’Unità proprio quel partito che ormai di democratico ha solamente il nome.

La giornata di oggi da solamente più forza a quel percorso di opposizione sociale a quella grande opera che nessuno, al di fuori di chi ci farà soldi, ha chiesto e immaginato.

Invitiamo perciò chiunque, associazioni, singoli, collettivi a partecipare all’assemblea cittadina che si terrà Mercoledì 10 Settembre, ore 19, presso Làbas, spazio sociale in via Orfeo 46.

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L’investimento malef.i.co

Oggi, all’interno di una festa dell’Unità ‘rinnovata’ e ‘piegata’ ai dispositivi renziani di creazione e gestione del consenso, si svolgerà un dibattito significativo per la città di Bologna e per l’Italia intera.

Si parlerà dalla fantomatica Fabbrica Italiana Contadina, altresì nota come F.I.CO. – Eataly World (!): un “parco tematico dedicato all’agroalimentare italiano d’eccellenza […] 80.000 mq per vivere un vero e proprio itinerario della produzione e del gusto”.

A farlo avremo gli ideatori stessi di questa ‘innovativa grande opera buona’: in primis l‘uomo nuovo’ renziano per definizione, ossia Oscar Natale Farinetti, padron di Eataly e promotore di un nuovo modello che vede politica e affari convergere nella conquista di nuove frontiere della speculazione e del profitto, attraverso un marketing d’immagine che ruota su bislacche idee di sostenibilità ambientale ed economica.

Accanto a lui, poi, troviamo l’intero entourage che rende possibile la conquista di tali frontiere: in primis Andrea Segrè, co-ideatore di F.I.CO., presidente di CAAB e docente di Agraria, anch’egli paladino renziano per la lotta allo spreco, uno ‘stregone’ che trasforma i rifiuti in oro colato; poi, il sindaco Merola, a sottolineare come la classe politica delle nostre città, in completa crisi economica, sia in totale balìa di tali operazioni, tanto da “concedere”, senza alcuna contropartita reale, un bene pubblico come il CAAB – mercato ortofrutticolo – dal valore complessivo di 50 milioni di euro..; last but not least, abbiamo Adriano Turrini, presidente di Coop Adriatica, espressione ed emblema dell’attenzione che l’intero padronato locale ha posto su questo mastodontico progetto. Per finire in bellezza, il regolarissimo appalto dei lavori di F.I.CO è stato vinto dalla tanto famelica quanto affamata CCC, cooperativa di costruttori che all’interno del settore edile rappresenta un vero e proprio cartello lobbistico politico-affaristico.

A fronte di un tale apparato politico, mediatico ed economico noi riteniamo che non sia più possibile tacere: è ora di far sentire a lor signori la pressione di chi da anni si batte per un cambiamento reale ed efficace nella direzione di un mondo migliore e che dal basso costruisce e sperimenta reti, relazioni ed economie differenti. Nell’anno che vede l’avvio dell’Expo di Milano, che a Bologna si riconvertirà nei lavori per la costruzione di F.I.CO., bisogna dare un segnale a chi crede di poter speculare e arricchirsi sulle spalle della collettività lasciandole le briciole. Continua a leggere

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Dall’Expo a Fico… la filiera corta dello sfruttamento!

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Rilanciamo l’iniziativa di Eat The Rich per venerdì 27 maggio a Vag61

Dall’Expo a Fico, passando per SlowFood, Coop e Eataly: la filiera corta dello sfruttamento!

 

 

>> 19.00 Video sull’Expo, presentazione della storia dalla prima edizione a quella di Milano : storia, eventi collegati. A cura del collettivo Off Topic (Milano)

>> 20.30 Cena autogestita a cura di Eat the Rich!

>> 21.30 Presentazione di “Nessuna faccia buona, pulita e giusta a Expo2015, dossier su SlowFood, Coop Italia e Eataly. A cura del collettivo Farro&Fuoco (Milano)

(continua…)

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…sui partner cinesi di F.I.CO.

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Riprendiamo l’articolo di Wolf Bukowski pubblicato sul blog di Wu Ming

Un Link tra Hong Kong e #Bologna? FICO! – I partner della “Disneyland del cibo”.

Nell’insediamento abusivo di Shek Kip Mei un fornello si ribalta, un gioco di bambini cenciosi finisce male, un mozzicone cade su un materasso di paglia. O chissà che altro. In poche ore il fuoco – spietato compagno della miseria abitativa – lascia 53mila profughi cinesi senza tetto. Erano arrivati lì fuggendo dalla guerra civile tra i nazionalisti di Jiang Jieshi (Chiang Kai-shek) e i comunisti di Mao Zedong. Ora guardano impotenti le fiamme, alimentate dal poco che possiedono, illuminare la notte di Natale del 1953 a Shek Kip Mei, nella colonia britannica di Hong Kong. [continua…]

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Passeggiata al Caab

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Bologna… ma quale “city of food”?

In occasione della prossima inaugurazione del nuovo mercato di mezzo, che si terrà il 2 aprile in forma “istituzionale” e il 3 in dimensione “pubblica”, alcun* attivist* de “La foglia di Fico” hanno sanzionato la sede del mercato stesso, iniziando così a decostruire l’immaginario della “Bologna città del cibo” che tanto viene usata per legittimare meccanismi speculativi, favorendo così l’arricchimento di pochi (e soliti) a discapito dei tanti. Invitiamo tutti e tutte giovedì 3 aprile, dalle 12, di fronte al Mercato di Mezzo, per iniziare a svelare cosa si nasconde dietro alla “bologna city of food”, a F.i.co. e quant’altro.

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Bologna city of food.

Dalla riapertura del Mercato di Mezzo a FICO: speculazione e spettacolarizzazione del cibo.

Il Mercato di Mezzo riapre a tempo di record, pensato, approvato e realizzato in tempo 0. Proprio come sarà per l’ancora più ambizioso (e folle?) FICO. Sembra che a Bologna abbiano capito che con il cibo si possono fare un sacco di soldi. Ma mica arricchire la città e valorizzare quanto già c’è, ma moltiplicare e spartire i guadagni dei soliti. Con la retorica della riscoperta della cultura del cibo, del “mercato di una volta”, dell’eccellenza e dell’innovazione di oggi si giustifica l’ennesimo regalo del pubblico al privato.

Il Mercato di Mezzo, di proprietà dell’Ausl, affidato a CoopAdriatica in “sinergia” con l’Ascom, che a loro volta hanno scelto le “eccellenze” che riempiranno i nuovi spazi. E qual è uno dei nomi che salta subito all’occhio? Eataly! Che avrà un intero piano per realizzare una bella pizzeria. Ma è giusto un pensierino piccolo piccolo, prima del mega-pacco-regalo del Caab per realizzare il FICO. Un’eccellenza nel vendere – nella peggiore accezione del termine – il feticcio del “made in Italy”, e altrettanto nello sfruttamento e nell’umiliazione dei suoi lavoratori a 500 euro al mese, con tanto di perquisizione annessa all’uscita. L’eccellenza (?) del marchio Coop “Fior Fiore”. Oppure Alce Nero, all’avanguardia nel processo di gentrificazione della zone universitaria, sfruttando la moda del bio e slow ma a prezzi stellari. E come non metterci pure la Granarolo? Che con l’emergenza della lotta dei facchini ci fornisce un altro grande esempio di eccellenza?

Quello che ci domandiamo quindi è quale eccellenza vuole promuovere la città di Bologna?

E per chi? Per quali tasche? Quale cultura del cibo? Quale rilancio economico se si fa sulla pelle dei lavoratori?

Quello che vorremmo noi, e per cui lotteremo, è la creazione di uno spazio di “sovranità di mangiare”. A noi piacciono quei pasti e quei prodotti di cui conosciamo la storia; il pane che dividiamo viene da un forno clandestino; chi coltiva gli ortaggi e chi inforna il pane ha storie da raccontare che non ci stanno in uno degli stucchevoli slogan di EXBO o FICO.

Vogliamo procurarci e cucinare del buon cibo, e lo mettiamo sulle nostre tavole insieme ai significati e alle lotte che il nostro buon cibo porta con sé. E di sicuro la storia e le narrazioni tossiche raccontate da questi signori non ci piacciono per nulla!

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I frutti del F.I.CO. seconda parte

indexPubblichiamo il secondo contributo di Wolf Bukowski raccolto sul salviamoilpaesaggio, forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio

È una fortuna avere una tecnica come l’assessora Gabellini all’urbanistica: la sua naïveté politica la spinge a dire senza perifrasi cose che molti suoi colleghi preferirebbero mantenere sullo sfondo. Un esempio per tutti: abbiamo parlato ampiamente nella prima parte dell’operazione speculativa Aree Annesse Sud, accanto al quartiere popolare del Pilastro, cercando di dimostrarne la funzione gentrificatoria – oltre che impermeabilizzatrice, ça va sans dire.

Beh, la Gabellini rende quasi inutile il lavoro di demistificazione: il 25% di housing sociale previsto in Aree Annesse Sud, dice, “potrà essere un modo per alleggerire il carico ERP, di Edilizia popolare all’interno del Pilastro, perché ormai sappiamo dal vaglio che è stato fatto dell’inquilinato [sic] all’interno delle case ACER, che c’è una quota non piccola di inquilini che hanno redditi che possono tranquillamente sopportare di pagare l’affitto di housing sociale, che ha dei livelli che sono quelli del concordato oppure anche inferiori, e quindi liberare patrimonio ERP che può essere riqualificato…”.    [continua…]

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